- B come... biodiversità ... B come ...babi
- La volpe rossa
- Il Cuculo o Cucù
- L'oro delle api: il miele
- Dal latte......al formaggio
- I pipistrelli
- Il tasso
- Dialogo immaginario: una civetta e un lupo in Val Versa
- La Gazza ladra
- Il riccio
- Facciamo il burro
- Il lupo e le noci, la nostra favola
- Lasciamo un'impronta
- Le api e gli altri impollinatori
- Una vita da scoiattolo
- Voli di farfalle
- Alla scoperta ..con Pica Pica
- L'istrice
- La rana
- Le api
- Farfalle
- In bocca al........lupo!!!!!!
- Biodiversità del territorio: il lupo
La difesa della biodiversità è un valore consolidato all’interno di dinamiche come la difesa dell’ambiente.
Dopo aver identificato una serie di percorsi legati alla biodiversità che sono iniziati dalla comprensione generale di questo termine, gli alunni di classe seconda hanno scelto di raccogliere informazioni e ricercare curiosità inerenti un buffo animaletto più volte trovato e osservato nei cortili di casa: il rospo .
Non facendosi mancare nulla, si è spaziato da:
- tradizionali racconti aventi come protagonisti rospi e ranocchi;
- interessantissime lezioni in classe con un'esperta biologa;
- incontro emozionante e lunga intervista ad un famoso etologo;
- divertenti escursioni sul territorio;
- momenti creativi artistici con rappresentazioni grafiche e manipolative con pasta di sale.
Tutte le informazioni raccolte sono state “fissate” in un grande lapbook.
La presentazione allegata mostra alcuni particolari del lavoro svolto. Buona Visione!
© Scuola Primaria di Canneto Pavese
Leggi tuttoCarta d'Identità
Altre informazioni
Alla ricerca di tracce di biodiversità
Didascalie della classe 4^E
© Scuola Primaria di Canneto Pavese
Leggi tuttoIl cuculo e’ l’uccello della primavera. Il suo canto segna lo scorrere delle stagioni e il momento dell’uscita dall’inverno. Proprio per questo motivo il cucu’ con il suo verso caratteristico ha ispirato detti, aneddoti, giochi e immaginari fantastici della tradizione contadina dell’Oltrepo’. Condividiamo con voi le nostre ricerche e scoperte che abbiamo raccolto in un taccuino digitale.
Il nostro taccuino sul Cucù
© Scuola Primaria di Canneto Pavese
Leggi tuttoChe cos'è il miele
Il miele è una sostanza zuccherina prodotta dalle api mellifere che raccolgono il nettare dei fiori, lo immagazzinano nella borsa melaria ed aggiungendovi appositi enzimi ne incominciano la trasformazione.
Giunte nell’alveare le api operaie completano la trasformazione in miele e lo depositano nei favi.
Aspetto e composizione
Il miele è una sostanza viscosa che con il tempo va incontro ad un processo di cristallizzazione.
Il colore va dal giallo al bruno scuro, quasi nero, attraverso tutte le tonalità dei gialli, arancioni, marroni e verdi.
Il sapore è zuccherino, aromatico e leggermente acido.
Il miele è composto da: 16% - 20% acqua , 75% glucosio e 79% fruttosio, sali minerali, vitamine che aiutano il metabolismo del nostro corpo e diverse altre sostanze, alcune delle quali ancora non ben identificate.
È da evidenziare che il miele è un alimento igienicamente sicuro grazie alla presenza di sostanze batteriche.
Proprietà curative
Il miele è un vero e proprio medicinale naturale ed esercita una particolare azione sui seguenti apparati:
- vie respiratorie: calmante della tosse;
- digerente: migliora la digestione e cura l’ulcera gastrica;
- circolatorio: regola l’ipertensione e l’ipotensione;
muscolare: aumento della potenza fisica e delle resistenze;
- cicatrizzante nei casi di ferite e ustioni;
- cosmetico nella preparazione di creme per le mani.
Conservazione
Deve essere tenuto al riparo dalla luce, dall’aria e a una temperatura costante ed intorno ai 15° C.
Il miele che si produce nella zona di Varzi e dintorni
Miele di Robinia (Pseudoacacia)
Colore: leggermente ambrato
Odore: delicato
Sapore: molto dolce
Provenienza: prodotto principalmente nelle zone collinari della Lombardia e del Piemonte.
Miele di Castagno
Colore: bruno scuro
Odore: forte e molto aromatico
Sapore: un po’ amaro
Provenienza: prodotto dagli abbondanti boschi di castagno delle Prealpi.
© Scuola Primaria di Varzi
Leggi tuttoIl formaggio deriva dalla coagulazione del latte (vaccino, caprino o ovino) tramite caglio. Il caglio è il prodotto della macerazione di parti dello stomaco di vitello, di agnello o di capretto in un liquido appropriato. In commercio si trovano vari tipi di caglio. Si può aiutare la coagulazione naturale con del succo di limone oppure con una piccola quantità di siero di una precedente cagliata (la massa del latte coagulato). Più la temperatura è elevata e maggiore sarà la velocità di coagulazione. Per avere la cagliata in un tempo prestabilito si ricorre all’uso del caglio.. l caglio va aggiunto al latte intiepidito ad una temperatura di 36°-39°C secondo il tipo di formaggio.
Prima di essere aggiunto al latte è bene che il caglio sia diluito in poca acqua. Per piccole forme di formaggio casalingo è bene dosare il caglio con un contagocce. Il caglio teme la luce e il calore: tenerlo quindi in frigorifero in una bottiglia di vetro scuro. Un consiglio prezioso è quello di non rimestare il latte una volta che è iniziata la coagulazione né spostare i recipienti che la contengono perché la cagliatura è un processo molto delicato. Dopo la coagulazione del latte c’è la fase cosiddetta della rottura della cagliata .Per una lavorazione casalinga si può rompere la cagliata con le mani sgretolandola molto lentamente. Lo spurgo consiste nella successiva separazione della cagliata dal siero (la parte solida da quella liquida). Prima però di prelevare con un mestolo il siero per effettuare la separazione (o con altro sistema) si deve lasciar riposare la cagliata dopo la rottura per qualche minuto così che possa sedimentarsi bene sul fondo. Per alcuni tipi di formaggio (i cosiddetti formaggi cotti), la cagliata, una volta frantumata, viene cotta a una temperatura comunemente compresa tra i 44 e i 56 °C, secondo il tipo di formaggio che si vuole così ottenere. La cottura facilita un ulteriore spurgo e favorisce l’aggregazione dei grumi caseosi.
Se si può utilizzare il latte vaccino di qualche allevamento che si ha nelle vicinanze sarebbe meraviglioso e il risultato sicuramente più corrispondente alle aspettative. In caso contrario ci si serva almeno del latte intero fresco perché quello a lunga conservazione ha subito trattamenti tali per cui è impossibile qualsiasi sua altra trasformazione. Gli strumenti che possono servire per realizzare del buon formaggio casalingo sono pochi e semplici. A parte una buona pentola di acciaio servirà senz’altro un apposito termometro per i formaggi con il quale misurare la temperatura nella varie fasi della lavorazione e le fascere (in acciaio o plastica), sorta di stampi forati in cui mettere la cagliata a spurgare e a prender forma. E poi alcune garze, un colino e delle vaschette di plastica se si vuole produrre del formaggio stagionato in salamoia. La ricetta che segue può essere variata in quantità rispettando debite proporzioni per gli ingredienti. Procedimento Prendere 10 litri di latte, metterli in una pentola di acciaio e intiepidire sul fuoco a 27-28 °C. Quindi spegnere e aggiungere 1,5 ml di caglio mescolando bene. Infine coprire. Il tempo di cagliata varia a seconda della temperatura dell’ambiente. La cagliata è comunque pronta quando inserendo uno stuzzicadenti nel centro della stessa esso rimane diritto.
A quel punto, rompere la cagliata con le mani, o con il mestolo, agendo molto lentamente e fino in fondo. Un siero verde chiaro o bianco trasparente è segno dell’ottima riuscita della cagliata. Quest’ultima, dopo esser stata frantumata va lasciata depositare sul fondo per qualche tempo finché la parte liquida in superficie si è separata in modo netto dalla parte solida.
Togliere quindi con un mestolo il siero (la parte liquida) sovrastante la cagliata. Il siero va poi messo da parte perché con esso si può fare la ricotta.
Con un colino pescare la cagliata all’interno della pentola e metterla nelle fascere previamente ricoperte da una garza. Schiacciare con le dita il formaggio affinché il siero rimanente possa uscire.
Ricoprire poi con il risvolto della garza ogni forma di formaggio che va schiacciata ancora sulla cima. Capovolgere le fascere, estrarre i formaggi e togliere le garze che li avvolgono. Rimetterli quindi nelle fascere per 24 ore coprendole con un telo di cotone. Dopo questo tempo, se si tratta di formaggio fresco si può mettere in frigorifero o consumare immediatamente, mentre se si tratta di preparare quello stagionato bisogna passare alla fase della salamoia che consiste nel far bollire dell’acqua con un’aggiunta di 150 grammi di sale fino per ogni litro della stessa. Lasciare poi raffreddare e mettere l’acqua salata in una vaschetta di plastica.
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Leggi tuttoREGNO: ANIMALI
CLASSE: MAMMIFERI
ORDINE: CHIROTTERI
NOME DIALETTALE : “RAT VULATEN”
I pipistrelli sono il secondo gruppo di mammiferi più numeroso dopo i roditori.
Sono soprattutto tropicali, ma alcune specie hanno comunque conquistato, mediante adattamenti stupefacenti, anche le zone temperate.
In Italia troviamo pipistrelli in ogni tipo di ambiente, a parte le cime più alte, dove il freddo e soprattutto la mancanza di insetti da mangiare non permettono una adeguata sopravvivenza.
PIPISTRELLI PRESENTI NEL NOSTRO TERRITORIO
- Rinolfo maggiore ;
- Vespertillo maggiore;
- Miniottero ;
- Nottola comune;
- Orecchione;
- Pipistrello nano.
Chirottero, il nome un po’ più tecnico dei pipistrelli, vuol dire proprio "mano alata" dal greco antico. Un nome che riassume come l’evoluzione abbia portato questi piccoli mammiferi a conquistare lo spazio aereo della notte.
La loro mano è diventata enorme e la pelle si è tesa tra le dita, arrivando poi ai fianchi e addirittura alla coda, divenendo una superficie alare elastica e robusta che permette loro una manovrabilità e una resistenza pari a quella degli uccelli.
Tutti i pipistrelli hanno uno scheletro estremamente specializzato con dita lunghe e robuste fatte in modo da sostenere le membrane che formano le ali.
Un’ altra membrana si tende tra le zampe posteriori e la coda.
Si muovono soprattutto volando, grazie ai loro arti modificati, mentre le zampe posteriori sono piccole e deboli , per lo più incapaci di sostenerli sul terreno.
Di solito hanno abitudini notturne , ma a volte sono attivi anche di giorno.
Si riproducono una volta l’anno , verso giugno , scegliendo luoghi molto caldi.
Questi animali sono molto sensibili alle condizioni metereologi che , tanto che il tempo molto freddo o umido può costringerli a rimandare la riproduzione o comportare un’elevata mortalità tra i cuccioli.
Il pipistrello non fa alcuno sforzo per restare appeso a testa in giù: il peso del suo corpo fa leva sui tendini collegati agli artigli che si chiudono automaticamente.
DI COSA SI NUTRONO ?
Per la gran parte, però, insettivori e volano a volte per chilometri alla ricerca delle piccole prede di cui si nutrono. Ci sono specie che preferiscono succose falene e chi si concentra su croccanti coleotteri, ma in tanti mangiano anche le zanzare. In questo ci sono di grande aiuto, perché divorano migliaia di insetti anche fastidiosi o dannosi per l’agricoltura.
COSA FANNO IN INVERNO ?
I pipistrelli, trascorrono l’inverno in IBERNAZIONE , durante quel periodo, la loro temperatura corporea può scendere anche a -10 °C. così riescono a passare senza consumare energia anche vari mesi in posti che devono essere tranquilli, umidi e freddi , come le grotte,le miniere, le cantine, anche se alcune specie utilizzano le soffitte degli edifici e le cavità degli alberi.
Con l’ ibernazione rallentano il metabolismo per metà dell’anno risparmiando energia e limitando il consumo dell’organismo.
COS’ E’ L’ECOLOCALIZZATORE ?
I pipistrelli si muovono, cacciano e si spostano di notte, vivendo l’oscurità come noi viviamo la luce del giorno. In questo sono aiutati da un senso in più. Non solo i classici 5 (udito, tatto, vista, odorato, gusto) ma anche l’ecolocalizzazione, cioè la possibilità di esplorare l’ambiente emettendo gridi ultrasonici e creandosi una mappa dello spazio e delle possibili prede grazie agli echi che ne ritornano. Un vero scanner sonico 3D!
COS’ E’ IL BAT DETECTOR ?
L’ecolocazione dei pipistrelli è un ‘importante aiuto per identificare le specie di pipistrello per mezzo dei loro richiami. Mentre l’orecchio umano percepisce suoni con frequenza fino a 18 KHz , la frequenza dei suoni prodotti dai pipistrelli può variare da 18 fino a 110 KHz e anche oltre. Questo rende necessaria la trasformazione degli ultrasuoni in suoni udibili anche da noi esseri umani con l’aiuto del “BAT DETECTOR”.
Ogni specie di chirottero ha uno spettro di ultrasuoni preciso, adatto alle esigenze ecologiche dell’animale, alle prede e alle zone di caccia specifiche.
Se si registrano i suoni, con l’aiuto del pc, le frequenze possono essere rappresentate in un grafico , un cosiddetto “sonogramma”.
DOVE SI NASCONDONO I PIPISTRELLI?
Nelle grotte , nelle cavità degli alberi, nei solai, nelle nicchie degli edifici ( dietro i rivestimenti delle pareti , nei sottotetti,nei cassonetti delle persiane avvolgibili e negli spazi sotto la copertura dei tetti).
PERCHE’ SONO IN PERICOLO?
La perdita dei rifugi e degli habitat che utilizzano per mangiare e riprodursi, l’inquinamento da pesticidi e la troppa luce con cui illuminiamo la notte sono i principali problemi di questi mammiferi.
Per questo, per prima cosa, è importante conoscerli e interessarsi al loro mondo. Solo la comprensione e la curiosità permettono di capire come siano importanti, belli e simpatici e di quanto rispetto abbiano bisogno.
Le bat box , casette nido per pipistrelli sono un ottimo modo per aumentare la disponibilità di rifugi per questi animali.
CREDENZE POPOLARI.
Le leggende e le credenze sui pipistrelli sono tante e quasi sempre false. Non è vero, infatti, che si attaccano ai capelli, che la loro pipì rende calvi o che sono ciechi (ci vedono benissimo) e portano sfortuna.
DETTI POPOLARI SUI PIPISTRELLI.
“Se svolazza il pipistrello segno di tempo bello”
ATTIVITA': ORIGAMI
ATTIVITA': BAT MOLLETTE
FOTO GALLERY
© Scuola Primaria di Rovescala
Leggi tuttoCivette e lupi: animali speciali, indispensabili anelli della catena alimentare, da sempre ritenuti maleauguranti o pericolosi.
Da un lato un rapace che si muove silenzioso nella notte per poi nascondersi alla luce del sole; dall’altro il lupo, terrore di ogni favola che si rispetti ed evocatore di antiche paure.
Eppure essi sono indici di vitale biodiversità e conoscerli aiuta a sfatare superstizioni e falsi miti.
Da queste premesse la classe 5^A primaria di S. Maria della Versa ha immaginato un dialogo tra una civetta e un lupo, dopo aver indagato, ricercato nel territorio e sperimentato attraverso laboratori scientifici e artistici
Ascolta la civetta:
Ascolta il lupo:
Ascolta la canzone suonata e cantata dagli alunni:
© Scuola Primaria di Santa Maria della Versa
Leggi tuttoCon la panna del latte fresco abbiamo fatto il burro. Lo abbiamo fatto con un metodo antico; mettendo la panna fresca e un sassolino in una bottiglia, agitando con cura si ottiene il burro. inizialmente si forma una specie di mousse ma dopo qualche minuto si separano un liquido bianco da una pasta grumosa. Se la mettiamo in un colino, vediamo che questa è il burro.
Per aiutarci a renderlo compatto, raffreddiamo le nostre mani nel ghiaccio e lo schiacciamo. Alla fine abbiamo mangiato pane e burro. Buonissimo!!!
© Scuola Primaria di Ponte Nizza
Leggi tuttoScarica la presentazioneScarica la presentazione
© Scuola Primaria di Canneto Pavese
Leggi tuttoLaudato sii mi Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sostenta e governa e produce diversi fructi con coloriti fiori ed erba…
San Francesco, Cantico delle creature.
I nonni raccontano. I nipoti.....tramandano
La Valle Versa, come ogni terra d’ Oltrepò è uno scrigno di ricchezze immense che, riscoperte alla luce di antichi saperi e tradizioni, si svelano in tutta la loro magia.
© Scuola Primaria di Santa Maria della Versa
Leggi tuttoLa farfalla è un insetto meraviglioso, è il simbolo della libertà ed è davvero un piacere vederla svolazzare tra i fiori colorati e confondersi tra essi.
Si parla comunemente di farfalle diurne e notturne in quanto numerose specie sono attive nelle ore centrali della giornata,
altre hanno abitudini crepuscolari, alcune si muovono solo al mattino, altre preferiscono l'oscurità totale.
La farfalla è un animale simbolico per eccellenza, la metamorfosi della farfalla è fondamentale per comprenderne il simbolismo:
è sostanzialmente un segno di trasformazione e rinascita. Rappresenta l'anima che, uscita dal corpo, raggiunge un grado superiore di perfezione.
In questo caso la crisalide rappresenta il corpo umano che contiene le potenzialità dell'essere e la farfalla che esce è, come detto, un simbolo di rinascita.
La farfalla inizia la sua vita strisciando e, in seguito, attraverso un processo di trasformazione, impara a volare portando sulle sue ali i colori dell'arcobaleno.
La felicità è come una farfalla: se l'insegui non riesci mai a prenderla, ma se ti metti tranquillo può anche posarsi su di te.
© Scuola Primaria di Pietra de' Giorgi
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